A Roma il ristorante Mansio

Bartender Jimmy Andrea Montanari (detto Jimmy il druido) (1)A Roma il ristorante Mansio

Stiamo attraversando un periodo storico che ci presenta il conto dell’ inadeguatezza spirituale e morale dell’essere umano degli ultimi secoli e il cibo, diventato banco di prova dei nostri tempi, è pronto a carpire “l’esprit du temps”, ricordando che il cibo è ciò che accade intorno a noi, interpretando ed elaborando “artisticamente” ricette e piatti, vere opere d’arte, che vengono dalla memoria, dalle scuole ma anche dalla casa e servono, non solo a sfamarci, ma ad esprimere ciò che siamo o che vorremmo essere – cibo come cultura e non solo nutrimento. E i giovani cuochi, gli chef, sono i primi attori di un sistema che deve aiutare a raggiungere lo scopo lasciando comunque spazio a ciò che si vuole esprimere, dove concetti e sentimenti da esprimere sono infiniti, ed in continua evoluzione, talvolta involuzione.
E Andrea Becattini del Ristorante Mansio del Gruppo Tornatora a Roma è uno di questi, giovane e talentuoso, romano de Roma, nato sul lungomare di Ostia, che impone un imprinting alla sua cucina dandogli la connotazione di una corrente di un nuovo rinascimento, tutta da vivere e da gustare, che si esprime attraverso il linguaggio gentile baccala con salsa di asparagi e cedro della sicilia canditodella natura, quasi un arte floreale, vere e proprie opere d’arte, cibi che si adagiano sui piatti assumendo colori vivi e spudorati, ricette che servono a far sognare, a far sì che l’arte della cucina, che è dunque arte pura, sia un tramite catartico che assurga a diventare elemento di piacere, non certo un volo pindarico di un attimo, ma cercando di renderti migliore, apprezzando ciò che la natura ci mostra tutti i giorni e che a volte ignoriamo, la sua maestosa bellezza.
La mia è la passione di trasmettere attraverso la mia cucina, ci dice il giovane chef, sono nato sul mare e mi ritengo privilegiato, ma ho anche vissuto sempre il centro di Roma, due posti di grande bellezza, dove vivi la natura in pieno e ne rubi l’ispirazione, ma è bellissima anche la città piena di vita, suoni, rumore, gente, ho capito che per avvicinare le persone e farle ritornare ad assaporare un cibo autentico e sano bisogna incontrare il mare, i suoi ritmi, ma anche i contadini, vignaioli, casari, gente autentica. Conoscere le loro storie, il loro lavoro, per poi raccontarlo con il cibo, uno strumento d’inclusione straordinaria.
“La scoperta di un piatto nuovo è più preziosa per il genere umano che la scoperta di una nuova stella”. come diceva Anthelme Brillat-Savarin e, nel vivace calderone della contemporaneità, lo chef ha deciso di tuffare il suo estro in cerca di fragranze diverse, costruisce le sue opere d’arte riuscendo a comunicare il sapore, i profumi, le suggestioni, persino i valori veicolati da piatti e ingredienti, anche attraverso le immagini a cui si accede con un unico senso, la vista.
PICCOLOGUANCIAEmozioni e suggestioni di uno chef creativo…….Andrea Becattini ritrova Piazza di Spagna e le sue “notti romane” nella zuppa di cavolo viola, spuma di mandorle, quinoa soffiata e melograno, si sofferma nei vicoli chiassosi di Trastevere e nel glamour di Via Veneto nella guancia brasata con topinanbur e birra, si tuffa virtualmente nella fontana di Piazza Navona con un assoluto di anatra, castagne e ribes, ritrova nel suo mare di Ostia una ninna nanna cadenzata dal movimento delle onde creando un capolavoro nel tonno scottato con salsa di piselli, purea di carote e pompelmo, rivede le dolci spiagge con i suoi occhi di ragazzo nel dentice con melanzana, arancia e pinoli, ritrova il rapporto intenso dell’uomo con il mare, sempre in bilico tra attese e incontri, nel suo baccalà con salsa di asparagi e cedro della Sicilia candito.
Gli arredi del Ristorante Mansio, restaurati, sono quelli della antica stazione di posta, dove stazionavano dignitari e ufficiali dell’Urbe, oggi, per contrasto, nel nuovo concept della Famiglia Tornatora brilla, oltre allo chef Becattini, anche un’altra perla, Jimmy Andrea Montanari (detto Jimmy il druido), il barman estroso, quasi un funambolo, che gioca con i contrasti e le sue folli – apparenti – invenzioni, coccolando il cliente e creando un processo di fidelizzazione al locale che si incentiva e si rafforza attraverso la creazione di “piccole Mansio Experience by Jimmy”.
RISTORANTE MANSIO
Via Rinaldo D’Ami 1/3
00127 Roma
06 5283 1598
Press: Cristina Vannuzzi
Crediti ph: Stefano Mileto

Marta Jane Alesiani Arte e Fashion Mitologia greca nella collezione S/S 2018

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Marta Jane Alesiani  Arte e Fashion Mitologia greca nella collezione S/S 2018

Nuovi talenti che si affacciano al mondo del fashion e, tra tanti, un osservatorio speciale per il nuovo e vero talento Marta Jane Alesiani che, alla Milano Fashion Week 2017, ha incantato con accenni e contaminazioni assorbite dalla mitologia greca. Marta Jane Alesiani dal curriculum di prestigio per aver collaborato con molti grandi tra cui la storica maison Versace.
Un continuo affermarsi per lei che presenta in questa occasione una collection S/S 2018 ispirata alle letture mitologiche dell’Antica Grecia unite al bicromatismo del bianco e nero, dettagli che fanno una firma stilistica, dietro alla quale si nasconde la creatività artigiana, rigorosamente made in Italy, con una chiara mission, l’unicità, il suo timeless, creazioni uniche dunque, per donne uniche, non banali, creature che raggiungono spunto e forza dal mondo dei colori della natura, della storia e dei ricordi, le sue forme, come origami, aspetti eleganti che si completano leggeri nei gesti, sottolineati dai bagliori dei materiali preziosi. Le sue collezioni sono capolavori delicatissimi, trame incantate, dove si ritrovano tutti i suoi sogni, creatività e fantasia fissate nelle sue creazioni ispirate a letture fantastiche,mitologiche, l’Antica Grecia sullo sfondo, dove la natura e le stagioni sono evoluzioni fantastiche, opere mostrate negli angoli più reconditi della mente, sono fissate da leggerezza e trasparenza, immagini, ma anche ricordi, racconti, un lavoro artigiano che crea delle forme che ti avvolgono, ti seducono, lasciandoti sorpreso da tanta leggerezza, questo è il mondo di Marta Jane Alesiani.
Le sue creazioni bisbigliano formule magiche, sussurrando e seducendo, dilatando il concetto del bello, partendo da bozzetti visionari realizzati con tempera acrilica, il gioco di trasparenze degli abiti ricordano i fulmini di Zeus e le morbidezze, quelle delle vesti diAfrodite. Evidente l’unione tra il gioco iconografico della sacralità femminile, omaggiata in tutte le sue sfumature, dall’eleganza all’essenziale, dalla sensualità all’ironia. La designer ripropone un ritmo moderno che si proclama sempre più veloce e che evidenzia una figura femminile decisamente energica ed eclettica, anche qui ogni singolo abito trasferisce un messaggio, grande dedizione per il proprio lavoro fatto con passione e grande positività che prende vita ogni qual volta venga indossato. Grande magia per l’apertura di sfilata, una performance impeccabile con il ballerino Giorgio Colpani, che si esibisce con movimenti fluidi di danza che sinergicamente si incontrano con il mood della collezione.
I tessuti si presentano con seta lucida, seta stampata, chiffon di seta, pizzi ricamati, rasi di seta , rete oro intrecciata a mano , piume ricamate tramate con fili dorati e blue. I colori scelti sono: il bianco /oro per l’eleganza, il nero/bianco per la modernità mentre il royal blue per la spiritualità.
La stampa di collezione è stata ricavata da un quadro della stessa Marta che prende il nome dal monte più alto della mitologia greca, l’Olimpo, all’interno di essa, oltre alle geometrie optical, sono state stilizzate le più rilevanti divinità greche, da Zeus a Nettuno, da Atena a Bacco, in un intreccio fantastico di fauni ed esseri mitologici, sirene e ninfee.
I tubini destrutturati presentano la metà dell’ abito costituita da una giacca da uomo e l’altra metà fatta di la trasparenze esaltanti il corpo di una donna sinuosa, mentre i mini abiti presentano inserti di pizzo alternati a morbidi volant, paillettes ricamate ornano gli abiti da sirena, alcuni capi hanno cinture gioiello e cappellini fascinator segno riconoscibile del brand, realizzati dalla stessa designer. Le giacche da donna evidenziano uno scollo foulard e pantaloni palazzo con passamanerie realizzate a telaio e per l’uomo giacche con rever diversi e giacche/bomber stampate che danno un tocco di eleganza allo stile sportivo. La linea accessorio, per rendere tutto armonico e perfetto, sempre disegnati dalla stilista, sono orecchini intrecciati di perle e pietre preziose, bracciali imponenti con torciglioni di rete dorata, collane con conchiglie e malachite, il tutto realizzato da Nabel jewels.
www.martajanealesiani.com
Crediti ph: Gabriele Vinciguerra
Le Salon de la Mode-management
lesalondelamode@gmail.com

Quasi una magia……La Bottega Bedeschi

acqua-micellare-setarè-300x300Quasi una magia……La Bottega Bedeschi
Le “Botteghe”, si sono sempre chiamate così, fino dal Rinascimento, rappresentavano una vera e propria ‘impresa’ dove l’artista, il maestro artigiano passava agli allievi i segreti del suo sapere. Proprio nella culla del Rinascimento, a Firenze, possiamo ritrovare la magia delle botteghe; raffinati negozi che conservano quell’intelligenza del fare, quell’attitudine alla realizzazione del nuovo che ancora oggi caratterizza i creativi contemporanei nelle loro attività.
Oggi quella stessa passione è stata riletta in chiave contemporanea da Lorenzo Bedeschi che ha creato la sua Bottega Bedeschi. Cresciuto tra i profumi dell’azienda di famiglia, Le saponerie Mario Fissi, dopo anni di lavoro ha coltivato una vera e propria passione verso i prodotti che lui stesso lavorava. E’ nata così in lui l’idea di creare un 22154337_286365265188835_2025486353585297399_nnegozio dove poter far conoscere e apprezzare direttamente al pubblico le loro creazioni.
Camminando nel cuore del centro storico, dopo aver attraversato la maestosa via Tornabuoni entriamo in Via delle Belle Donne, una piccola strada intima e riservata. Tante persone che camminano e si soffermano alle vetrine dei negozi, quasi rapite da quell’atmosfera che profuma di passato. La troviamo lì, incorniciata in un’antica porta di legno, la piccola Bottega Bedeschi.
Curata in ogni minimo dettaglio, il bianco dei mobili decapati, fa risaltare tutti i colori delle confezioni in cui sono incastonati i preziosi saponi. C’è armonia, equilibrio e voglia di perdersi nella composizione dei prodotti, dalle creme corpo, agli shampoo e balsamo biologici, alle preziose confezioni dei saponi antichi. Lorenzo si avvale anche della 21761704_281002102391818_1620586473589108630_nbravura di diversi artigiani, cerca e trova altre motivazioni, altre mani esperte, che collimano con le sue creando oggetti unici.. il ferro per lumi particolarissimi che caratterizzano e illuminano il locale, i tessuti e la pelle con cui confeziona i beauty case, i porta saponi su misura, ogni pezzo è unico.

Le saponette sono racchiuse in carte pregiate, che sprigionano fragranze di Violetta, Ires di Firenze, Muschio rosa, origano e tante altre ..le immagini sulle scatole dei saponi raccontano un mondo delicato, fatto di poesia, bocci di rose, ricordi delle copertine dei quaderni che i ragazzi di oggi non conoscono, un moderno e attuale concerto “l’esprit du temps”, interpretato ed elaborato “artisticamente”, vere opere d’arte, che vengono dalla memoria.
Non è infatti solo l’olfatto ad essere catturato dalla piccola bottega; anche l’occhio, lo sguardo viene attratto.. dalla meraviglia delle Scatole Antiche di saponi di Alighiero Campostrini, dalla collezione unica delle fragranze per ambiente al dolce Melograno e rosa Neroli, o per chi preferisce note più fresche Acqua di sale e Biancospino. Impossibile poi non rimanere affascinati dai ceselli in argento, gioielli unici perché fatti a mano da Brandimarte, vero maestro d’arte fiorentino.
22331003_1129060113895396_333212740_nE si ferma il turista che passa in cerca delle grandi firme italiane, si ferma il gentiluomo per i beauty raffinatissimi, il dandy francese entra nella bottega rapito dall’ unicità dei saponi finissimi, le signore che colgono nei prodotti la qualità vera del Biologico. Non sarà difficile trovare regali unici da fare ai propri cari.
Bottega Bedeschi piena di colori e profumi, parla davvero dell’artigianato di una volta, tutto in perfetto ordine, armonioso, una “bottega” insolita e preziosa nel pieno centro della città, come un gioiello raro incastonato tra le grandi firme. Vi sembrerà di entrare in un piccolo mondo antico, in cui il giovane Lorenzo è riuscito a valorizzare un artigianato che sa fondersi con l’arte del passato, arricchendolo di passione e innovazione per offrire prodotti pregiatissimi non solo da un punto di vista estetico ma anche di qualità. Un locale pieno di luce e di allegria che racconta la storia e la passione di Lorenzo Bedeschi.
La Bottega Bedeschi, un insieme di maestri artigiani riuniti da Lorenzo Bedeschi in un unico progetto: Setarè, linea Eco Bio Cosmetica prodotta artigianalmente in Toscana ispirata agli antichi testi persiani. Beauty case di CONSANI PELLETTERIE DI GIANNINI ROBERTO, per le pochette in pelle di bacchetta. VA.PA.CE. i portasaponi di Filippo Bernacchioni. La Florentina e Alighiero Campostrini i due marchi delle Saponerie Mario Fissi. Asciugamani, lavette, accappatoi di Annamaria Biancheria. Gli origami in carta Eco di Peggy in Florence di Stefania Farnesi. I saponi, le candele e i profumatori d’ambiente di Splendor of Florence. I ceselli dei portachiavi/pendenti degli argenti diBrandimarte.
Bottega Bedeschi
Via delle Belle Donne 11/12 R
www.bottegabedeschi.com
Press: Cristina Vannuzzi

La perfezione dell’asimmetria di Balossa

untitled2La perfezione dell’asimmetria di Balossa

Maschile e femminile, niente è dato per scontato, contrasto di lunghezze diverse, armonia o disarmonia voluta di forme e proporzioni per la collezione Balossa SS 2018 di Indra Kaffemanaite che rompe brillantemente le regole per declinare un imprevisto che segna un imprinting all’eleganza.
E’ un cortocircuito quello di Balossa, un gioco fra fantasia e realtà, la stilista tratteggia la femminilità della camicia di Balossa, il leit motiv del suo Brand, coniugando l’azzardo di linee insolite al romanticismo, l’imprevisto di una sorpresa per definire il bello, l’asimmetria come regola, il cambiamento per tutto quello che è ordine che diventa disordine….. in armonia.
Una rielaborazione del concetto che Indra vuole esprimere, poeticamente, dove evidenzia le taglie over con proporzioni e scambi di forme per arrivare a sottili geometrie, la declinazione della asimmetria della camicia monospalla, l’architettura seducente della camicia che diventa giacca dalle spalle importanti, corpini bustier e untitled5lunghezze sbilanciate, sottili geometrie asimmetriche come fourreau su pantaloni diritti – il nero che si sposa al bianco in un gioco armonioso – il dis-equilibrio di una camicia, aperta sui fianchi, che diventa tunica con il contrariè delle spalle, come un gioiello lo scambio del sinistro con il destro, gli “effetto scamiciato”, tagli e rouches, mantelle, doppi strati, drappeggi, l’esile camicia arricchita da una schiena trionfante, il gioco di Indra rompe le regole per l’armonia di una asimmetria perfetta.
Palette e materiali……l’ossessione per il bianco che si sposa – in armonia – al nero, il beige, il rosa antico, il rosa e il giallo, formulando proposte romantiche e molto soft, su tessuti di puro cotone, organza, georgette, lino e popeline elasticizzato riproponendo il magico Ramie, un tessuto di origine completamente naturale simile al lino, ricavato dalla corteccia della pianta Boehmeria della famiglia delle Urticacee, coltivata soprattutto in Cina, Brasile, Indonesia e Filippine, che, miscelata al cotone ne aumenta la forza e la capacità di assorbimento….Balossa, la perfezione dell’asimmetria!
Balossa LTD
press@balossashirt.com
www.balossashirt.com

Eles Italia, Felisja, Sergio Derosas

IMG_0103_felisja_piana_per_eles_italia (1)Eles Italia, Felisja, Sergio Derosas

Un workshop sul ritratto, un set fotografico, una modella, un concept fotografico, la realizzazione del set, la luce, la modella, l’abito, la giovinezza…..
Principalmente una donna bellissima fatta di giovinezza, è questo il messaggio che le sorelle Loriga, le giovani stiliste del Brand Eles Italia hanno voluto tramettere con uno shooting sorprendente effettuato dal talentuoso fotografo Segio Derosas coinvolgendo Felisja Piana, in arte Fishball, che interpreta IMG_0109_felisja_piana_per_eles_italiaperfettamente il concetto di giovinezza come speranza, come fede, come futuro, «La giovinezza di noi tutti è un sogno, una forma di follia chimica» come scriveva Francis Scott Fitzgerald, e Felisja è la giovinezza, moderna, candida come la sua pelle, una bellezza femminile e non convenzionale, sensuale ma innocente, fatta di tatuaggi, piercing e capelli dai colori variopinti, un modello di pin-up decisamente lontano da quello da rivista patinata ma altrettanto affascinante e decisamente più intrigante.
Appartenente alla comunità virtuale Suicide Girl e già diventata un successo planetario sui social network la tatuatissima modella di Valledoria, Felisja Piana, con il suo account Instagram ha raggiunto l’impressionante cifra di oltre 1 milione di follower, mentre la sua pagina Facebook è seguita da oltre trecentomila persone. Una modella decisamente fuori dagli schemi, un fotografo famoso, gli abiti couture di Eles Italia: queste sono le caratteristiche del workshop “Fishball” dove protagonista ed interprete degli ineguagliabili outfits demi couture firmati Eles Italia è la “Suicide Girl” Felisja Piana abilmente ritratta durante il workshop tenuto dal fotografo Sergio Derosas.
fishball 1Silvia e Stefania Loriga, questa volta, hanno scelto di mostrare le loro creazioni attraverso un messaggio visivo dai canoni di erotismo e di sensualità concepiti e proiettati in modo diverso, mostrando l’abilità creativa per raccontare una storia fatta di abiti sui quali ricami in cristalli, gemme e Swarovski si fondono e confondono con i tatuaggi sul corpo della modella, un connubio di sensualità, look gothic e punk, Eles Italia mostra come ricerca e innovazione, dunque anche le scelte più audaci siano il punto partenza di ogni collezione, per rendere tangibili i loro sogni trasferendoli su abiti e accessori originali e di tendenza, oggetti del desiderio che ogni donna vorrebbe indossare per stupire e splendere all’infinito…
www.elesitalia.com

Credits : Master Ph. Sergio Derosas Foto
Organizzazione: Alberto Masala
PR Eles Italia: LA REVE PR & ADV

New Opening a Roma – Ristorante Cuore e Gusto

21271017_10213171555661847_4542546529364761388_n (1)New Opening a Roma – Ristorante Cuore e Gusto

Cuore e Gusto, Devis Pinto e Gabriel Davide Cucco, un fil rouge che lega con un linguaggio identico la cucina del nuovo Ristorante Cuore e Gusto, basata principalmente sulla materia prima, con il rito quotidiano della spesa che li porta fra le bancarelle del mercato, l’occhio attento ai prodotti della terra, la stagionalità della verdura e il pesce che arriva ogni giorno dalle barche dei pescatori.
Nel locale totalmente white parlano i colori e i sapori, in cucina piatti della tradizione arricchiti dalla ricerca e dalle nuove tecniche, tanta attenzione al contemporaneo ma l’occhio ben fermo alla storia, per non farsi fagocitare da tendenze destinate a diventare moda per venir poi abbandonate di lì a poco, piatti che parlano un linguaggio fatto di prodotti di mare e di terra, naturali, dove si trovano attente cotture e accostamenti rigorosi mirati alla valorizzazione di ogni ingrediente, e dove il “rispetto” per la natura diventa fondamento di ogni proposta, piatti tradizionali per un vero e proprio percorso di gusto per una clientela che desidera provare consistenze e sapori nuovi.
Gabriel Davide Cucco, il Titolare, che esordisce dicendo: amicizia, condivisione e buon cibo sono sempre andati di pari passo, ho esperienze diverse in giro per il mondo, per me il cibo è condivisione e creatività, tradizione e ricerca. Cuore e gusto, la cucina si fa con il cuore, coinvolgendo i ricordi, deve raccontare le esperienze di chi cucina ma Devis Pintoanche i sogni, le emozioni, ogni piatto deve raccontare la passione e la competenza nella misura in cui è rappresentato come gustoso e invitante. Ho voluto creare Cuore e Gusto dove il cibo profumasse di terra, l’odore di casa mia, dove rinasco mille volte, ogni volta che entro nel mio locale, trovo sapori antichi, che fanno parte della mia vita, che mi accompagnano in ogni evento cadenzando i momenti, fanno ridere la mia anima e mi accompagnano fra la gente.
E ci presenta il giovane chef Devis Pinto, il paradigma di una cucina semplice, figlia della memoria, i prodotti al centro del piatto, segnati con eleganza da tocchi d’inventiva, una cucina eccezionale di cui il giovane chef è padrone, una base di cucina classica con la sorpresa di piccole variabili geniali per sapori inattesi, il filetto di maiale in crosta di sesamo con coulis di melograno e infuso di gingseng, ribes e vaniglia, le sfumature di un calamaro, l’uovo tra sogno o realtà, il baccalà in sous-vide, con i coralli di mare, il Brownie a cui non puoi resistere, lo chef è la testimonianza di come la cucina, interpretata con fantasia, possa trasformare i piatti della tradizione in momenti di emozioni e che la cucina stessa, come l’arte, sia la cultura di un popolo e di come un talento innato possa emergere in autonomia, al di là di guide e stampa di settore, un talento innato per trasformare antichi sapori in nuove e voluttuose emozioni.
Ristorante Cuore e Gusto
Via Codigoro 30 – 06/52378038
Roma, zona Vitinia
Testo: Cristina Vannuzzi
Crediti ph: Stefano Mileto
www.ilfotografodeglichef.it

‘O Munaciello a Miami portando da Napoli i colori, sapori, profumi…..

20032107_10211235399254926_4398312417824700980_n‘O Munaciello a Miami portando da Napoli i colori, sapori, profumi…..

Gente che va gente che viene…la gente si incontra, si ferma e prosegue e sono incontri che non destano emozioni.
Invece, a volte, certi incontri possono creare un percorso, vivere emozioni che si confrontano attraverso gli strumenti della loro professione, ma, soprattutto, attraverso il cuore, motore di scelte e di azioni che, con effetto a macchia d’olio, cerca e trova altri cuori, altre motivazioni che collimano e così si crea un fiume, un mare di conoscenze, emozioni e amore.
Incontriamo tre ragazzi, Valentina Borgogni, Carmine Candito, Leonardo Scuriatti al 6425 di Biscayne Boulevard Corner con la 65th Street a Miami, ragazzi con base a Firenze ma giramondo, partiti dalla loro città dove gestiscono ‘O Munaciello e venuti a Miami per portare i loro colori e profumi, le ricette gustose…e come diceva Plutarco, nelle persone belle è bello anche l’autunno…..ma per Valentina, Leonardo e Carmine le stagioni sono tutte belle perché vivono tra Miami e nell’Oltrarno e vivere a Firenze non è casuale ma è un dono.
Può un posto dare un imprinting ad una cucina?
Quando il creativo è tale e lascia che sia il territorio ad esprimersi, tutto il fascino, la storia, le storie più lontane, i segreti culturali di quella terra possono esprimersi e manifestarsi e dare un tono, un appeal, una connotazione.
Ed è proprio da tutto quello che li circonda, dove sono nati e cresciuti che i 3 ragazzi del ‘O Munaciello hanno assorbito un rapporto intenso, tra l’uomo e l’arte, la loro cucina è arte, sempre in bilico fra attese e incontri, segni di appartenenza, ricordi che arrivano da lontano e, per merito della professione, ritornano chiari, portati in superficie, naturali e spontanei.
E questa magia i 3 ragazzi l’hanno portata da Firenze a Miami, attraverso Napoli…..tutto il fascino dell’Oltrarno fiorentino con le contaminazioni napoletane si riflettono nel locale, semplice ma ruspante, le maglie di Maradona attaccate, il forno a legna, caldo e accogliente per il pane fresco e fatto in casa, il bancone di mescita, come usava una volta, il primo impatto quando si entra, fascino che stupisce sicuramente, perché, con la qualità, viene coniugato un percorso che unisce la tecnica con il territorio.

‘O Munaciello Miami
6425 Biscayne Boulevard
Miami
‘O Munaciello Firenze
Firenze – Via Maffia, 31
Press: Cristina Vannuzzi

EnoArte

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I ritratti di…vino di Elisabetta Rogai

Ognuno ha una favola dentro che non riesce a leggere da solo.
Ha bisogno di qualcuno che, con la meraviglia e l’incanto negli occhi, la legga e gliela racconti.
(Pablo Neruda)

Un gioco, quello dell’artista fiorentina Elisabetta Rogai, un messaggio ironico, sorprendente, fatto nel modo più semplice, quello di EnoArte, la sua tecnica unica di dipingere con il vino al posto dei colori, rubare i colori del vino alla natura toscana fissandoli sulla tela per fermare un attimo di riflessione di donne e uomini, sovvertendo le regole, lascia il colore, come un ricordo indelebile, al tempo, dando modo al vino…di invecchiare.
Crea un collage, Elisabetta Rogai, fatto di  pensieri creati con arte, ma anche sapori, profumi toscani, perché il suo dipinto profuma di vino, ha il cuore e l’anima del vino che usa per i suoi ritratti che hanno il potere di sospendere il tempo, rendere immortale un’espressione, un modo di porsi, un soffio di vento, il battito di un respiro sospeso costruisce un volto, un corpo, una spalla, le mani, un ricciolo ribelle, tutto avvolto da un senso leggiadro mentre veli impalpabili di seta accarezzano un corpo, che non ha timore di mostrarsi, si svela quasi a diventare una iconica statua.
I capelli, una cornice leggera, senza peso, per dare regalità ad una donna consapevole del suo fascino, della propria femminilità, il corpo svelato in ogni sua movenza, dalla più eterea alla più languida, pronta a donare la sua bellezza al tempo attraverso il ritratto dell’artista, un battito di ciglia per ogni volto che svela infinite emozioni, come infinite sono le sensazioni che ognuno è in grado di provare davanti al cavalletto dell’artista, quasi un mettersi nudo, svelarsi, confessando le proprie emozioni.
Una posa, due pose, tre, mille, ma è solo un istante rivelato, quello che serve all’artista per rubare l’anima al soggetto, lo lascia libero di scoprirsi e riscoprirsi nel proprio intimo, lasciando libera la parte definita anima, mostrandola al mondo, le mani e gli occhi, l’attimo, il pennello corre veloce, l’abbinamento della pittura ad olio con il vino, l’uso del vino, etichette che raccontano storie come i volti della gente, un viaggio con la proiezione nei tempi dello stupore, delle illusioni, del dolore ma anche della gioia e dell’amore, l’artista ne ruba i sogni, ferma istanti di sguardi, di “incontri”, le sue non sono illusioni ma suggestioni…..la costruzione di un mondo come realmente è visto dall’artista tra realtà, sogno e fantasia, mondi e modi del vivere quotidiano per abitare il mondo, codificando linguaggi e comportamenti, costruendo una identità, dunque producendo non solo immagini simboliche e desiderabili ma svelando principalmente la sua realtà di artista.
I Ritratti di Elisabetta Rogai, artista fiorentina.
www.elisabettarogai.in
Nuvola Ricetta d’autore de ‘O MUNACIELLO

Ingredienti
Ammorbidire il burro (370gr), aggiungere la farina di mandorle (270gr),la farina00 (370gr) e lo zucchero semolato (270gr). Impastare e cuocere in forno a 175 gradi per 15 minuti.
Procedimento mousse di cheescake:
Mettere a bagno in acqua fredda 3 fogli colla di pesce.Amalgamare il philadelphia(130gr), il mascarpone(250gr) e lo yogurt al cocco(250gr) con lo zucchero a velo(100gr) e la granella di cocco(80gr).
Infine aggiungere con delicatezza al tutto la panna montata(200gr)  e la colla di pesce sciolta in un pò di panna liquida.
Mettere il composto in una sac a poche con un beccuccio liscio e lasciar riposare per almeno due ore in frigorifero.
Salsa ai lamponi:
frullare i lamponi freschi con lo zucchero a velo e poi passare con uno chinois.
Impiattamento:
Sbriciolare il crumblè in un piatto fondo, fare una palla con la mousse di cheecake al centro di esso, aggiungere dei punti di salsa ai lamponi e cospargere di “Galamella” agli arachidi. Decorare il tutto con una foglia di menta.
‘O Munaciello Miami
6425 Biscayne Boulevard
Miami
‘O Munaciello Firenze
Firenze – Via Maffia, 31

Agosto 2017 in Versilia

Agosto 2017 in Versilia

Le opere di Elisabetta Rogai in esposizione all’Hotel Mondial Resort

La Versilia ha sempre avuto un fil rouge privilegiato con l’arte, e oggi abbiamo una importante testimonianza, una esposizione di opere create con la tecnica EnoArte di Elisabetta Rogai all’Hotel Mondial Resort SPA di Marina di Pietrasanta.
L’artista fiorentina, ormai conosciuta e apprezzata a livello internazionale, ha inaugurato in agosto La Datcha Tinkoff Collection Beach del tycoon russo Tinkoff, l’evento cool blindatissimo della stagione 2017 che ha visto un pubblico di vip, nobiltà, imprenditoria e jet set internazionale con il Prefetto di Lucca, Dssa Laura Simonetti che ha aperto la serata con la presentazione dell’artista fiorentina che ha sorpreso gli ospiti con una esposizione sulla spiaggia delle sue opere, quelle che oggi ha spostato per tutto il mese di agosto all’Hotel Mondial Resort Spa.
Un abbinamento perfetto, armonioso, quello delle opere della Rogai, fatte con la tecnica EnoArte, il vino al posto del colore a olio, che ben si sposano allo splendido e moderno albergo immerso nel verde della pineta a due passi dal mare, incastonato nella quiete musicale del paesaggio versiliese.
Le opere fatte con il vino, su cavalletti, sono esposte nella candida hall dell’Albergo che si apre come un collage con centinaia di piante intorno ad una piscina, un giardino incantato che definisce ogni angolo come una poesia, una postazione affascinante come se intraprendessimo un viaggio in tutte le declinazioni del verde e ad ogni passo scoprissimo gli equilibri naturali di un cespuglio di rose, le variazioni su tema di composizioni di verde e fiori, le mille e una fragranza delle erbe, la musicalità del vento, una sinfonia armoniosa che ben si sposa esteticamente con le opere dell’artista che, con la sua EnoArte, vive il suo essere artista in simbiosi con la natura usando il vino come strumento d’arte.
Se la passione ridefinisce i sogni, quella dei proprietari del Mondial Resort ha saputo ridare anima, fascinazione, eleganza e incredibile bellezza a questo straordinario luogo, un percorso iniziato con un attento restauro e lentamente, con molto impegno, gusto, con la sensibilità emotiva per carpire il mistero che suggella lo spirito del luogo e del paesaggio, la proprietà ha saputo coniugare lo stile della Versilia con la gioia dell’estetica, enfatizzando il bianco come colore, come creatura viva e pulsante, il piacere del bien vivre e il savoir faire e dell’accoglienza aggiungendo anche una modernissima e attrezzata Spa ai servizi offerti, un mondo di esclusive coccole in Versilia.
L’artista Elisabetta Rogai, con questa esposizione live in una insolita galleria d’arte creata in una location raffinata, riafferma così, come ormai sua tradizione, la sua presenza in Versilia, con questa sua insolita personale che ha il vino come soggetto, usando la sua tecnica EnoArte, dipingere con il vino al posto del colore tradizionale, il vino, che l’artista considera come il risultato di come la terra incontra la poesia, che è diventata una sua abituale espressione d’arte, lei domina il prodotto, lo usa, nel pieno rispetto della sua storia, per raccontare la terra, creare immagini ed emozioni, per far parlare le sue donne, ebbre di vino, piene di fascino e sensualità.
www.elisabettarogai.it
Hotel Mondial Resort SPA
via Duca dellla Vittoria 129/131,
55044 Marina di Pietrasanta
Telefono: 0584 74591

Concetto in…possibile I Balossa

12243218_10207828175570887_1668082025373652059_n (1)Concetto in…possibile I Balossa
Per la collezione F/W 2017- 2018

E’ un concetto in…possibile, quello di Indra Kaffemanaite per la collezione F/W 2017/2018 di Balossa , contrasti e ispirazioni opposte, quelle della nuova collezione di candide camicie, che in realtà indicano una suggestione di fondo rivelatrice di un riflesso, un gioco dove le linee della vita di incontrano, si intersecano in mille rivoli, il destino che ci domina e ci indica concetti di due realtà diversificate ma compatibili, sognare e immaginare una realtà che può essere diversa e alla quale possiamo dare molteplici interpretazioni.
La stilista Indra Kaffemanaite ci esorta a osservare la sua ispirazione, capace ancora una volta di trasformare il capo più antico e basico della moda, la camicia bianca, che ha avuto le sue fonti in arte, storia e magia unica aprendosi al contemporaneo senza abbandonare quella formidabile aura di eterna bellezza che lo ha reso celebre nel mondo, un percorso 19142943_644834585711091_6494765590840462461_ocreativo ma che le fa amare e seguire la sua unicità, osservando il passato, considerandolo interessante ma mai come il futuro.
Ed ecco che dalla sua penna escono donne diverse, identità, luoghi geografici ed epoche diverse, le sue donne, vestite da una semplice camicia,   guardano al futuro senza avere schemi prestabiliti e immobili, ma è la creatività e l’interpretazione che segue la curiosità del momento e, di volta in volta, sceglie un modo nuovo per raccontarsi.
E la stilista si racconta nelle sue camicie, il suo è un punto di vista anarchico, attraverso varie forme di lettura, nel rendere possibile e unica  la camicia bianca che, vero e proprio paradigma dello stilista, evidenzia i suoi elementi progettuali più innovativi e le sue, infinite e seducenti, interpretazioni, mai banali ma ricche di osservazioni negli particolari dagli accenti  iconici di una camicia, la mosca, il fessino, il cannoncino, gli orli, i tagli, il carrè e il sottomanica, le pieghe……un mondo che Balossa osserva, rispetta, stravolge il “fior di camicia” come si diceva, curandone ogni dettaglio, particolare, asola, bottone, sciarpa, un nodo, una piegatura….un papier de musique per una femminilità vissuta appieno, candide architetture dai grandi colli e polsi, con riferimenti storici di ogni genere, indagate in  un popeline di cotone in contrasto al glamour dello strech di seta, sempre di struttura teatrale.
Intervista ad Indra Kaffemanaite stilista brand Balossa
16113410_1267277620019439_6294705186418974778_oQuando e perché hai deciso di fondare Balossa?
“Ho fondato Balossa White Shirt nel settembre di 2014 dopo tante esperienze nel campo della moda che mi hanno portata alla pianificazione di questo progetto che avevo in mente già da qualche anno. Non ho mai avuto dubbi su cosa avrei fatto – la camicia bianca – avevo da sempre una visione chiara, avevo solo lei in testa. Forse anche perché il mio primo capo che mi sono prodotta a dodici anni era……la camicia! Sarà stato un caso ma ho sempre dedicato uno spazio sempre più grande nel mio guardaroba a questo capo e anche la difficoltà di trovare un modello di camicia bianca non banale mi hanno spinto a creare Balossa”.
Qual è il valore aggiunto delle tue camicie?
“Contemporanee ma sempre eleganti, caratterizzate da un gioco di volumi e tagli sofisticati nei dettagli”.
E’ difficile essere creativi producendo un unico capo?
“Per adesso no. Ho in archivio tantissime idee maturate in cinque anni, mi aiuta molto la buona conoscenza della modellistica che non pone mai limiti alla creatività ma, essendo appassionata di arte e architettura, trovo sempre nuove ispirazioni per le mie collezioni”.
Quali sono gli ostacoli nell’emergere come stilista?
“Li trovo soprattutto nella parte organizzativa. Inoltre devi avere delle ottime nozioni di marketing, di comunicazione, studiare tutte le strategie e i mercati in cui inserire il tuo brand. Più sei intuitivo, più crei con passione, più ami cioè che fai hai una riduzione degli ostacoli perché tutto gioca tuo favore”.
Progetti futuri?
“Creare negozi monomarca Balossa White Shirt per poter  raccontare il mio concetto della camicia bianca, un prodotto che abbia immediata la sua riconoscibilità, questo il mio sogno! Ma i mie sogni hanno bisogno di tempo perché devono realizzarsi piano piano”.

Balossa LTD
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Il talento di fare il vino Antonella Cantarutti una donna del vino

Azienda Agricola Cantarutti alfieri (3)Il talento di fare il vino Antonella Cantarutti una donna del vino

Donne, tante donne, dieci, cento, mille, di tutte le età, condizione, educazione e cultura, oggi le donne, queste signore  gentili e tenaci,  hanno capito in anticipo la grande sfida giocata nel successo in azienda, laboratorio, vigna e cantina, studio d’artista, atelier, sfida spinta da diversi fattori in cui le donne sono una delle più grandi opportunità di business del XXI secolo, percependo che il successo di una azienda sta nell’equilibrio dei sessi e nella valorizzazione dei talenti nel rispetto delle diversità.

Donne che rappresentano un primato di passione e di lavoro, ma, principalmente, storia di donne, fragili e forti, donne che riassumono egregiamente come l’imprenditoria femminile si esprime e opera, ed è un vivo esempio di come, negli ultimi cento anni, in maniera non traumatica, si è consumata una rivoluzione pacifica epocale, che ha modificato il ruolo della donna in tutto il mondo e in tutti i settori professionali.
Al secolo XXI spetta infatti la trasformazione delle idee in pratica diffusa: la speranza è in una proiezione per cercare di prevedere come sarà un mondo governato anche dalle donne……
Incontro Antonella Cantarutti, produttrice friulana e consigliera nazionale dell’Associazione azienda (2)delle Donne del Vino in quello che è il suo posto di lavoro ideale, le sue magnifiche vigne, la passione che è nel suo DNA, figlia d’arte, e non a caso la cantina ha il nome di suo padre, Cantarutti Alfieri, e, come si dice per un artista, Antonella nel suo lavoro è una artista……Le nostre mani si muovono tra le foglie verdi, tra i tralci, le braccia  si uniscono ad altre per un immenso abbraccio, siamo sempre con il naso all’insù, a vedere se piove o se il tempo è bello, soffrendo per le annate difficili, ma si soffre anche per quelle buone, perché allora il risultato è nelle nostre mani…..
Antonella presentati e cominciamo dall’ultimo tuo successo

L’ultima notizia importante nel campo enologico, per presentarmi, è dire che sono una vignaiola, donna del vino – nel Consiglio Nazionale dell’Associazione delle Donne del Vino – e il  prestigioso riconoscimento al nostro Poema 2004 Colli Orientali del Friuli DOC, è stata la medaglia d’oro del Premio Sakura in Giappone, la più grande competizione enologica giapponese, una Associazione similare alla nostra delle Donne del Vino.
Antonella parlami di te, della tua Azienda:
Poema 2004, Colli Orientali del Friuli DOC  ma anche il nostro Merlot 2005, Sauvignon 2006 e Friulano (Tocai friulano) 2006, della linea d’eccellenza Terre di Rosazzo Scacco al Re.
Questi sono gli ultimi nati in casa Cantarutti Alfieri, tre nuovi vini vinificati in purezza, espressione di un’ importante passo avanti dell’enologia italiana. La medaglia d’oro mi ha riempita di orgoglio ma  il nostro successo è frutto di un lavoro di squadra, un progetto che viene da lontano, nato nel 2005 con il supporto e la collaborazione di un’azienda imageamericana, una consulenza enologica importante ma soprattutto ispirato ed attuato da mio marito Fabrizio Ceccotti, che si basa su un metodo di vinificazione che prevede per l’uva vendemmiata e selezionata manualmente, un percorso nel tunnel di raffreddamento mediante l’immissione controllata di azoto liquido, dove la temperatura viene regolata intorno allo zero, in modo che l’uva non venga congelata e che quindi possa essere diraspata senza problemi.
L’uso di questo metodo, ad oggi esclusivo della nostra Azienda, permette di conservare tutte le pecularietà positive del vitigno lavorato, mantenendo ed esaltando dello stesso tutti gli aromi e i sapori. Dopo le successive fasi di vinificazione, particolari per ogni tipo di vino, fatte tutte accuratamente da mani esperte come quelle di mio marito Fabrizio, si passa all’affinamento delle botti in cantina, per un minimo di quindici mesi per il Merlot e dodici per il Friulano e il Sauvignon. Il risultato finale sono dei grandi Vini che hanno impresso le peculiarità dell’uva da cui derivano.
Come mai ti sei trovata in un ambiente decisamente maschile?
Guarda la mia è stata una scelta di cuore, figlia d’arte, come dici te, in realtà figlia di mio padre, Alfieri, che vide con passione la peculiarità di questi posti infatti l’Azienda si trova nei Colli Orientali del Friuli, una fra le Denominazioni d’Origine di pregio del Friuli Venezia Giulia, in una delle più belle zone collinari che abbracciano l’Abbazia di Rosazzo.
Mio padre acquistò i terreni alla fine degli anni ‘60, proprio nell’epoca in cui la viticoltura e l’enologia friulana iniziavano a far parlare di loro e la sua lungimiranza lo portarono a credere ed investire su queste colline diventate nel tempo famose e grazie all’entusiasmo di allora e all’attaccamento delle tradizioni l’azienda vanta ora 54 ettari tutti coltivati a vigneto.
Direi che questa è la prima scelta di cuore, ho preso questo incarico “maschile”, anche se nata e cresciuta in vigna, con l’intento di farla crescere nella tradizione e la mia seconda scelta di cuore è lavorare quotidianamente con mio marito Fabrizio, che conduce l’Azienda con attente e oculate scelte innovative; io seguo l’aspetto commerciale e amministrativo, mentre Fabrizio si impegna nella produzione, nella vendemmia e nella vinificazione.
Abbiamo seguito una filosofia per ottenere vini sempre più personali , rispettando accurate lavorazioni in campagna che, unite a sofisticate tecniche di vinificazione, portano l’Azienda a produrre vini di particolare pregio, oggi la produzione annuale è di circa (130.000) 80- 100.000 bottiglie, apprezzati sui mercati nazionali ed internazionali.

I nomi dei tuoi vini sono molto particolari

Sono nomi ideati da me, ispirazioni del momento su cui rifletto, ci penso e poi decido parlandone con Fabrizio, forse sono nomi che mi ricordano la famiglia, mio padre, favole, ricordi……
Canto – Poema – Terre di Rosazzo Scacco al Re – Carato – Solivo – Prologo – Ronco San Michele

Antonella, anche se giovanissima, lo fai un bilancio come imprenditrice?

Vedi per me questo è il mondo, il mio mondo, un luogo magico, immerso nella natura e nel verde, fatto di parole e pensieri, ma anche di silenzio, io amo il silenzio, di viaggi mai intrapresi ma solo immaginati, di sogni, quasi impalpabili, nuvole d’aria che definiscono  ogni pensiero, come infinite sono le emozioni che siamo in grado di provare davanti al risveglio della natura, nelle sue mille declinazioni.
Il momento che sono con mio padre è il silenzio della cantina, un momento intimo, pieno di nostalgia, ma anche di esempio, dove sento profumi da lontano, conosciuti, familiari, che mi fanno sorridere perché mi trasportano in un batter d’occhio nelle emozioni della mia infanzia, fragranze che rimangono associate per sempre nella mia memoria.

Antonella Cantarutti

Azienda
CANTARUTTI ALFIERI sas
Via Ronchi 9
33048 SAN GIOVANNI AL NATISONE (UD)
Friuli Venezia Giulia
www.cantaruttialfieri.it

Vinitaly. Bottega presenta il limoncino di Sicilia sa Cultivar selezionata – Cristina

Limoncino 2013.jpgIl liquore della tradizione mediterranea viene prodotto con una pregiata cultivar siciliana: Femminello Siracusano. 

In degustazione presso lo stand Bottega (C 7, Pad. 5)

Notizia

Il gruppo Bottega ormai da anni produce il Limoncino con una selezione di limoni di Sicilia, che garantiscono al prodotto freschezza e aromaticità. Al fine di rendere questo liquore più tipico e caratteristico, l’azienda trevigiana ha sviluppato, in collaborazione con i propri fornitori siciliani, un’accorta ricerca sulle caratteristiche organolettiche dei limoni. Da questo studio è risultato che la cultivar Femminello Siracusano si presta particolarmente alla trasformazione in spirito, regalando al liquore aromi e profumi di rara eleganza.

In occasione del Vinitaly, Bottega presenta quindi la nuova produzione di Limoncino con l’indicazione esplicita della provenienza e della tipologia dei limoni utilizzati, che vengono sbucciati a mano per conservarne al meglio le caratteristiche organolettiche.

Nello specifico le caratteristiche della cultivar selezionata sono le seguenti:

Femminello Siracusano. Questa varietà, di probabile derivazione per mutazione gemmaria del “Femminello comune”,  presenta caratteri qualitativi di eccellenza e viene apprezzata per le sue caratteristiche aromatiche. La ricchezza di ghiandole oleifere, le piccole sacche che si trovano sulla buccia degli agrumi, incrementa la quantità di oli essenziali, da cui hanno origine i profumi del frutto. La finezza della grana della buccia e lo scarso spessore dell’albedo rendono questa cultivar largamente apprezzata in Italia e all’estero. Le fioriture del Femminello Siracusano sono 3: il “Primofiore”,  tra Ottobre e Maggio; il “Bianchetto”, tra Aprile e Giugno; e il “Verdello”, tra Luglio e Settembre. 

Approfondimento

Limoncino Bottega. Fresco, dolce, lievemente aspro, il limoncino è un liquore dalle piacevoli suggestioni mediterranee. Nel giro di una decina d’anni ha perso il carattere di prodotto essenzialmente regionale, limitato ad alcune zone dell’Italia meridionale, e si è imposto a livello nazionale. L’azienda Bottega, dopo una lunga serie di ricerche e sperimentazioni, ha “personalizzato” il limoncino, lasciando in infusione in alcol e grappa veneta le scorze di succosi limoni di Sicilia, sbucciati a mano. Ne deriva un liquore, che con i suoi 30° alcolici si rivela facile e non impegnativo, l’ideale per incontrare il gusto di una vasta fascia di consumatori, tra cui le donne e i giovani. L’immagine naturale, quasi salutistica, di questo prodotto è strettamente legata al limone, frutto prezioso, genuino e ricco di virtù benefiche. Il packaging pulito e accattivante è stato studiato per chi é attento alle cose genuine e al tempo stesso apprezza la cura dei dettagli estetici. 

 

Contatti: Giovanni Savio – Bottega S.p.A. – Tel. 0438-406801

 

Le Seconde Vite – Suggerito da Cristina

scanner_cover_seconde_vite.jpeg_grande.jpegDistribuito da Feltrinelli, esce “Le Seconde Vite”

(storie di chi ha sfiorato la morte e ricomincia una nuova esistenza) del giornalista della Rai Maurizio Righetti, responsabile della fascia notturna del Televideo.

Quindici storie vere, raccontate in prima persona dai protagonisti in 254 pagine.

 

Distribuito da Feltrinelli, sarà a giorni in libreria “Le Seconde Vite”, scritto dal giornalista Maurizio Righetti, responsabile della fascia notturna del Televideo della Rai, per la casa editrice “Maria Margherita Bulgarini”, collana Medicina Narrativa. (Isbn 978-88-98019-07-6).

Il libro racconta, in 254 pagine, una serie di storie di persone che, per differenti ragioni, hanno visto la morte da molto vicino. E che, dopo quelle esperienze, alcune lunghe e dolorose, si ritrovano a vivere di nuovo. Alcuni dei protagonisti sono tornati in buone condizioni, altri hanno avuto menomazioni psico-fisiche anche significative. Ad accomunarli è il cambio di prospettiva nell’affrontare l’esistenza, nei rapporti con Dio e la religione, in quelli con il prossimo e con le cose. Una modifica spesso radicale dell’angolo visuale che porta ad apprezzare ciò che prima veniva sottovalutato, a vedere la vita come un dono non scontato e non a tempo indeterminato, ma, anche per questo, da non sprecare o banalizzare in un materialismo sfrenato ed eccessivo. Lezioni utili che, con semplicità e umiltà, personaggi che hanno avuto anche un passato illustre e ruoli sociali di un certo peso, quasi involontariamente impartiscono a chi incontrano nel loro quotidiano. E qui ai lettori.

Sono storie che sottolineano l’importanza dell’ambiente familiare e della professionalità di sanitari e caregivers, tanto più efficace se accompagnata dalla presa in carico amorevole, dalla comprensione del dolore, dalla compartecipazione alla altrui sofferenza.  

                                                                                                          

Esperienze vissute, esistenze rinate, lezioni di civiltà e buoni suggerimenti per salvare altre vite

Le esperienze vissute e raccontate in “Le Seconde Vite” sono tutte rigorosamente vere e con precisi riferimenti alle  vicende personali dei protagonisti. Sono donne e uomini di  varia età ed estrazione sociale che hanno superato tumori e infarti, che convivono serenamente e in piena operatività con malattie neurologiche, che hanno subito incidenti stradali gravissimi o si sono trovati casualmente in mezzo a sparatorie o hanno subito errori clinici o shock anafilattici. Spesso si sono salvati per pura fortuna: la presenza casuale di strumenti di emergenza, di medici, di esperti del pronto intervento; altre volte per la loro voglia di farcela o per l’ostinata determinazione dei parenti nel cercare i posti più adatti agli interventi, alle cure, alle terapie.

Si tratta di storie anche paradigmatiche. Perché indicano cosa dovrebbe e non dovrebbe succedere nella sanità di un Paese civile; come sono e come dovrebbero essere le strutture per gli interventi e per il recupero funzionale; come far acquisire al più alto numero di soggetti la cultura dell’emergenza, ancora molto carente in Italia. Ogni racconto ha protagonisti che, con la loro partecipe ricostruzione, aggiungono emozioni vere ai racconti, che ne sviscerano gli snodi, che diventano essi stessi cronisti di ciò che è ruotato intorno a loro. Un vissuto che va oltre le singole, personali vicende e racconta pezzi veri, vivi e sorprendenti di storia e cultura italiane, non solo sanitarie. 

 

Chi è l’autore

Maurizio Righetti, giornalista Rai, con esperienza in varie testate, è attualmente responsabile della fascia notturna del Televideo, per il quale cura anche i servizi sui temi di medicina. Ha collaborato con le firme più prestigiose della tv pubblica. Nel web di Televideo ha spesso raccontato, con coinvolgente partecipazione emotiva, ma sempre con piena aderenza all’evento e ai suoi dati oggettivi, originali storie di donne e uomini in momenti critici della loro vita. Dopo tanti volumi “tecnici” è al suo primo “vero” libro.

 

 

 

 

 

Giulia Giannini….tanti dolci ma con grinta!!!! – Cristina

dolci.jpgData di nascita: 29 agosto 1987, ma Giulia Giannini sa già quello che vuole.

Giulia è una giovanissima donna, molto bella, che dopo le scuole medie, ha sempre avuto chiara la sua strada: voleva fare la chef pasticciera.

Dopo l’istituto Alberghiero Buontalenti, anno di laurea 2006, e dopo esperienze “vicino a casa” che l’hanno convinta che la sua strada era la pasticceria, ha finalmente trovato un gioiello di negozio, una boutique patisserie a San Casciano, delizioso paesino vicino , se non attaccato, a Firenze.

Particolari semplici e raffinati che arredano gli ambienti, i colori soft, i banconi, i profumi, le creme, i canditi, il miele,  meraviglie fatte con frutta dalla campagna circostante, fiori che ornano i vassoi golosi…senza civetteria  e atmosfera modaiola si compie il rito antico e semplice della cucina “di casa”, adatto ai bambini e ai grandi, quella che muove il riso, le grida, la voglia di vivere.  

foto_giulia.jpgE Giulia pensa, organizza, ricorda….le ricette di casa, i profumi e i sapori che ha respirato dai nonni, le ricette segrete, la campagna, i prati fioriti, il profumo ormai dimenticato del latte, le viole sui cigli dei prati, e il tempo……ricette che non si adattano alla vita moderna, dove tutto è rapidità, ma si ritaglia quello che in cucina è considerato “il vero lusso” che è il tempo. Le creazioni di Giulia fermano il tempo, la sua capacità di creare è notevole, la fantasia attenta agli spunti creativi. E nei fiocchi leziosi che ornano i suoi dolci, nei grandi vassoi che profumano di antico e di buono c’è tutta una gavetta fatta di scoperte e di sacrifici, sveglie all’alba per imparare, sonno perduto, sogni, speranze, ma anche grinta e volontà. In un momento storico come quello che i giovani stanno vivendo è l’ esempio di una ragazza che sta tracciando la sua strada, con la soddisfazione che le sue creazioni rappresentano un momento da ricordare, un frammento di felicità che solo un buon dolce sa offrire. 

Da Giulia si ritorna bambini, davanti ai suoi dolci si riscopre la parte più infantile di noi, evocano ricordi, flash back di emozioni, di cose e persone che non ci sono più, e, uscendo dal negozio di dolci sembra di sentire una dolce filastrocca…… O che bel castello marcun-dirun-dirun-dello o che bel castello – dirun – dirun-dà…..

 

Sul profilo Fb di Giulia…..

« Se questo è il migliore dei mondi possibili, gli altri, che cosa sono? » 

VOLTAIRE

 

Pasticceria “Pan di Zucchero” 

Via Roma , 48  San Casciano, Firenze

 

 

Brandimarte Wine Collection Un pezzo di storia di un talento artigianale italiano dell’ Oltrarno fiorentino – Cristina

foto brandi(1).jpgFreddo, lunare, gelido, ma anche vivo e sensibile, caldo, affascinante, la mano lo scalda e lo tempera, con gli occhi si culla e si esalta ma in mano si anima e vive…….è l’argento del Brandi.

 “..l’argento è da vivere, cucinare nell’argento, gustare la fragranza di un buon vino in un bicchiere d’argento può diventare un esperienza unica da non perdere…”

Oggi i figli Stefano e Giada ricordano il loro grande babbo nel portare avanti il messaggio del padre, messaggio comune a noi amici, ai quali ha lasciato un ricordo di fantasia, arte e artigianalità, genio e generosità, gli occhi infantili e birboni, gli leggevi persino lo stupore per essere diventato un grande maestro.

Decanter.jpgIn questi giorni che i figli hanno creato la linea Brandimarte Wine Collection   , mi sono venuti in mente, come flash back, ricordi passati, personaggi, Geo e Lalla, Beppe, Mara e Giancarlo, Nino e Giovanna, Silvano ed Elena, e gli amici che non ci sono più, amici cari del Brandi, cene con i suoi argenti, usati e buttati sulle fratine lunghe metri, a contenerci tutti, a capotavola con il suo colbacco che portava “per tutte le stagioni”. Il Brandi, che quando comprò un televisore lo rimandò brontolando perché “non c’erano film western!!!”

….il tuo è blu e ha una luce speciale….mi diceva compiaciuto, perché apprezzava e riscopriva gli oggetti del suo lavoro nelle case degli altri.

Grande Brandi, che, anticipando le moderne tendenze, ha insegnato il mestiere ai carcerati fiorentini con un accordo particolare con le Istituzioni per il loro reinserimento: entrò nel dolente mondo delle carceri, fatto di dolore e sfiducia del futuro, per insegnare un mestiere, creare posti di lavoro, dare una speranza al futuro di uomini, ritornati liberi. 

Nasce diladdarno la sua “bottega”, una azienda che ben presto arriverà a dare lavoro ad un centinaio di operai artigiani; qui l’atmosfera è d’altri tempi, gli abitanti che si conoscono tutti e si chiamano per nome; Il fornaio, l’edicolante, la bottega del restauro, il doratore, il ciabattino che risuola le scarpe, l’ebanista: sono loro i protagonisti della vita di questo piccolo borgo. La città sembra lontana, qui siamo in Oltrarno, la parte meno conosciuta di Firenze dal turismo del mordi e fuggi, ma amata dai fiorentini in quanto non meno glamour, fatta da botteghe e fondi, tra un bociare che è quasi un leit motive affascinante, un base musicale al tran tran cittadino, “le botteghe” dei maestri d’arte dei mestieri dimenticati, tramandati, nozioni apprese da padre al figlio, locali e magazzini appartati, discreti, quasi nascosti.

La filosofia del Brandi, dell’uso dell’argento,  è stata semplice e innovativa: abbandonare il ruolo degli oggetti d’argento che avevano un uso esclusivamente ornamentale per portarli alla quotidianità, ma non per esibirli come ricchezza o status simbol, ma una produzione di oggettistica da mettere in tavola, usarla in maniera naturale, pentole e coperchi, ceste, mezzine e romaioli, le vecchie brocche  del latte, piatti e bicchieri, copiati dalla natura e dalla campagna che amava, la terra come tema ispiratore, con le sue spighe di grano, le ulive e le viti, ceselli di frutta, novello Cellini, fra tradizione e contemporaneità.

Il suo essere anfitrione nella fattoria “Il Milione” sul poggio di Giogoli, non lontano dalla Certosa, sempre circondato da un mondo di affetti e di ammirazione, un ironico e ospitale padrone di casa.

Oggi i fratelli  Brandimarte, Giada e Stefano, che sono cresciuti con gli insegnamenti morali e artistici del padre, e hanno portato l’azienda ad essere conosciuta in tutto il mondo, presentano una linea di bicchieri da tavola,  la Brandimarte Wine Collection, una collezione creata per esaltare i profumi del vino, un’esperienza straordinaria, in quanto questo metallo ha proprietà uniche nella capacità di valorizzare il gusto e i sapori del vino più importante.

Decanter dalle forme raccolte per favorire l’ossigenazione del vino e conservare intatti limpidezza e sapori, bicchieri da vino realizzati con il prezioso aiuto di professionisti enologi, nel pieno rispetto del rapporto volumetrico-ossigenativo, ed esaltando la sottile percezione dell’argento.

 Alcune opere di Brandimarte

 •Riproduzione in argento dell’anfora di Baratti, consegnata al Presidente della Repubblica Italiana On. Francesco Cossiga (1997)

 •Candelieri giganti (2 metri) e tavoli in malachite, lapislazzuli e argento per emiri e principi arabi.

 •Candelieri a 9 fiamme conservati presso il Museo di Antropologia di Gerusalemme

 •Calici destinati al Santo Padre, Papa Giovanni Paolo II in occasione della sua visita a Firenze.

 •Trofei in argento destinati alla Premiazione del Motomondiale 

 •Riproduzione in argento di zanne di elefante e teste di bufalo arredano tutti gli show room dello stilista fiorentino Stefano Ricci nel mondo (Hong Kong, Mosca, New York, Montecarlo, Costa Smeralda)

  

Di Giada Guscelli Brandimarte

L’argento è un potente antibiotico naturale usato per migliaia di anni.

Le proprietà mediche dell’argento erano già conosciute ai tempi dell’antica Grecia. Si era notato che nelle famiglie in cui si mangiava utilizzando utensili in argento ci si ammalava meno e le infezioni erano rare.

Questa conoscenza si è tramandata tra Re, Imperatori, Zar, Sultani, tra I loro familiari e tra I membri di corte. Si mangiava su piatti in argento, si utilizzavano posate in argento, il cibo veniva conservato in contenitori d’argento e, nel tempo, delle piccole quantità d’argento si mescolavano ai cibi.

Così si è osservato che dopo una o due generazioni, I benefici dell’argento rendevano praticamente immuni a qualsiasi malattia infettiva. Questi lignaggi reali venivano chiamati “Sangue Blu” per la caratteristica tinta bluastra del loro sangue dovuta alle tracce minime di argento puro.

Firenze, ricordo del Brandi di Cristina Landini Vannuzzi

 

Gruppo Illy – Le eccellenze italiane Dal caffè al the, dal cioccolato gourmet alle confetture e ai grandi vini- Cristina

Amore Dammann.JPGIl nome del Gruppo Illy è sinonimo di caffè di alta qualità; dopo aver conquistato e confermato una leadership nel settore del caffè, con un brand conosciuto su scala mondiale, Illy ha ampliato la sua offerta puntando su prodotti di alta gamma in altri settori in cui l’eccellenza fa la differenza. Fra questi il cioccolato gourmet, le miscele di the, le confetture e la frutta candita, i grandi vini italiani.
E’ una strategia di sviluppo, quella degli Illy,  che risponde a una mission precisa: creare un polo del gusto in una cornice di eccellenza di alta gamma.

Polo del gusto che, attualmente, comprende le controllate Domori (cioccolato di alta qualità, acquisita nel 2006), Damman Frères (casa di the francese rilevata nel 2007), Mastrojanni (l’ azienda vinicola di Montalcino comprata nel 2008 e condotta da Francesco Illy junior produce 80mila bottiglie l’ anno) e per Agrimontana (leader nei prodotti di alta pasticceria come marrons glacés e confetture, al 40%) e per Grom (gelaterie, partecipate al 5% con ricavi 2011 per 22,8 milioni).

 

Come afferma Riccardo Illy: «Faremo con cioccolata, the, confetture lo stesso percorso di successo maturato con il caffè. Parlo di affermazione di marchi in una comune cornice di eccellenza».
Di Domori, azienda riferimento nel mondo del cioccolato gourmet (7 milioni il fatturato 2011), Illy racconta che i suoi tecnici hanno identificato e salvato in Venezuela il germoplasma del “criollo”, la più pregiata delle varietà di cacao.

CONF_Cuore_RICO.JPGEd è proprio in previsione di San Valentino che vengono proposti 2 allettanti prodotti che parlano di…..amore…..

Il miglior cacao fine della Tanzania e la fragrante Nocciola Piemonte IGP che si fondono in un incontro seducente nel gusto e nella forma. Un cuore al gianduja e due cucchiaini di design, appositamente studiati per affondare nel cioccolato………Un romantico invito a un assaggio di coppia

E poi….. il tè Amore Damman….. Per 2 proposte di grande seduzione!!!!!!

Per San Valentino 2 prodotti che parlano di…..amore…..Gruppo Illy – Suggerito da Cristina

CONF_Cuore_RICO.JPGEd è proprio in previsione di San Valentino che vengono proposti 2 allettanti prodotti che parlano di…..amore…..

Il miglior cacao fine della Tanzania e la fragrante Nocciola Piemonte IGP che si fondono in un incontro seducente nel gusto e nella forma. Un cuore al gianduja e due cucchiaini di design, appositamente studiati per affondare nel cioccolato………Un romantico invito a un assaggio di coppia

E poi….. il tè Amore Damman….. Per 2 proposte di grande seduzione!!!!!!
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Gruppo Illy – Le eccellenze italiane Dal caffè al the, dal cioccolato gourmet alle confetture e ai grandi vini

Il nome del Gruppo Illy è sinonimo di caffè di alta qualità; dopo aver conquistato e confermato una leadership nel settore del caffè, con un brand conosciuto su scala mondiale, Illy ha ampliato la sua offerta puntando su prodotti di alta gamma in altri settori in cui l’eccellenza fa la differenza. Fra questi il cioccolato gourmet, le miscele di the, le confetture e la frutta candita, i grandi vini italiani.
E’ una strategia di sviluppo, quella degli Illy,  che risponde a una mission precisa: creare un polo del gusto in una cornice di eccellenza di alta gamma.

Polo del gusto che, attualmente, comprende le controllate Domori (cioccolato di alta qualità, acquisita nel 2006), Damman Frères (casa di the francese rilevata nel 2007), Mastrojanni (l’ azienda vinicola di Montalcino comprata nel 2008 e condotta da Francesco Illy junior produce 80mila bottiglie l’ anno) e per Agrimontana (leader nei prodotti di alta pasticceria come marrons glacés e confetture, al 40%) e per Grom (gelaterie, partecipate al 5% con ricavi 2011 per 22,8 milioni).

Come afferma Riccardo Illy: «Faremo con cioccolata, the, confetture lo stesso percorso di successo maturato con il caffè. Parlo di affermazione di marchi in una comune cornice di eccellenza».
Di Domori, azienda riferimento nel mondo del cioccolato gourmet (7 milioni il fatturato 2011), Illy racconta che i suoi tecnici hanno identificato e salvato in Venezuela il germoplasma del “criollo”, la più pregiata delle varietà di cacao.

 

Raspberry Bottega – Suggerito da Cristina

RaspberryBottega.jpgRaspberry Bottega, liquore cremoso a base di lamponi, cioccolato bianco e grappa, è stato lanciato sul mercato all’inizio del 2012. Si caratterizza per la moderata gradazione alcolica, che lo rende morbido al palato, e per l’inconfondibile sapore di lamponi, che regala piacevoli sensazioni gustative. La bassa gradazione alcolica (15°) rende questo prodotto un ottimo afterdinner, da consumare preferibilmente freddo, non solo dopo i pasti ma anche in qualsiasi momento della giornata. È inoltre un apprezzato ingrediente per la preparazione di gustosi cocktail e si sposa egregiamente con gelati a base crema, che vengono arricchiti dalla sua verve alcolica.

Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega srl. – Tel: 0438-406801 – savio@alexander.it

 

Torta Bio alla Grappa – Suggerito da Cristina

 È una torta espressione della tradizione pasticcera italiana, che è stata arricchita dall’inconfondibile sapore dell’uva sultanina e della Grappa Bottega. Gustosa e aromatica, si presta ad essere consumata a tavola come dessert o in qualsiasi momento della giornata. Tutti gli ingredienti, inclusa la grappa, sono di produzione biologica

Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega – Tel. 0438-406801 – savio@alexander.it

 

Olio Bottega Bio in terracotta – Suggerito da Cristina

Olio Bottega Terracotta.jpgSi tratta di un olio extravergine di oliva, ottenuto dalle migliori olive da Agricoltura Biologica del Centro Italia, che vengono estratte a freddo. Gradevolmente piccante, si caratterizza per l’aroma deciso di oliva matura, con retrogusto leggermente mandorlato. La bottiglia in terracotta non è stata scelta solo per l’originalità del packaging, ma anche e soprattutto perché garantisce la perfetta conservazione dell’olio, al riparo da qualsiasi fonte di luce.

 

Contatti: Giovanni Savio – Distilleria Bottega – Tel. 0438-406801 – savio@alexander.it